Charles de Foucauld, una delle voci più significative della Chiesa del secolo XX, continua tuttora a insegnare che per stare in piedi come cristiani occorre imparare a stare a lungo e umilmente in ginocchio, contemplando il Signore. Egli scrive nel suo "Diario": "Stringerci a Dio nella preghiera ci rinnova, ci fortifica, ci restituisce la vita. La nostra anima è continuamente sfinita, come il corpo dopo una grande fatica. L'orazione le restituisce una freschezza, una forza nuova, come un alimento generoso fa per il corpo". Il suo metodo spirituale ribadisce il primato della parola di Dio, la centralità dell'Eucaristia e l'efficacia della solitudine orante, che fonda il dinamismo dell'amore. De Foucauld, che si proponeva di essere il fratello universale dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani, ha creduto intensamente nel mistero della preghiera. Lo stare in ginocchio era il segno della sua spoliazione interiore, della sua profonda riconoscenza e obbedienza al Signore, della sua comunione con l'Amato (dalla "Prefazione", di monsignor Giuseppe Anfossi).