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E difficile parlare di sé. Conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi

E difficile parlare di sé. Conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi
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Libro:
246 Pagine
Editore:
Einaudi
Pubblicato:
25/05/1999
Isbn o codice id
9788806152123

Descrizione

Attraverso una confidenziale conversazione con amici e critici presenti e lontani, editori, scrittori, uomini politici, Natalia Ginzburg ripercorre il cammino della propria vita e della propria opera.
La prima qualità della Ginzburg era la fertilità, la compresenza degli elementi primordiali: lo scorrere imperturbabile dell'acqua,la ricchezza dell'ossigeno, quel ridere che é del fuoco, e i piedi piantati in terra. Questo scambio di opinioni con i suoi critici, questa postuma autobiografia orale conferma questa impressione? Chiamata a parlare di sé, la Ginzburg si assoggetta all'interrogatorio come a una piccola missione, con quello zelo che era in lei quasi da soldato. Risponde, rettifica, asseconda il gran parlare a ondate degli interlocutori, ma il più delle volte ha l'aria di annuire per liberarsi dalla fatica di approfondire i discorsi che la riguardano. "Sì, sì, certo, certo...". Mette tra sé e gli altri, come dice Guido Fink, delle cortine protettive. Il piacere di mostrarsi si unisce al bisogno della reticenza. Ma qui c'è qualcosa di meno calcolato. Un velo che non è di tristezza ma di separazione e di lontananza, come uno che si trovi al di là di tutto ciò che ha vissuto e lasci cadere sul mondo, lontani ormai i diavoli di cui è fatta la vita, uno sguardo incapace di entusiasmarsi (uno sguardo neutro, che non appartiene alla Ginzburg più nota).
Non si legga dunque questo libro come una Natalia Ginzburg par elle-meme. Queste pagine sono un coro di voci, un'animata concertazione. Ma una delle voci più belle del Novecento ci arriva delusa e lontana. La si riascolti nella sua impenetrabile solitudine, nel momento in cui essa dice addio. Meglio collocare la voce della Ginzburg lontana dall'attualità che il libro dichiara, lontano dagli anni Novanta e dalle noiose interrogazioni sul futuro e sul Duemila.