Totò Sala e un giovane archeologo. L'avvocato Gaetano Siracusa, legale del barone Carmelo Linosa, si è recato presso la Sovrintendenza dei Beni Archeologici per intimare la revoca dell'ordinanza che aveva sospeso i lavori agricoli sui terreni del cliente. In realtà, è direttamente interessato perché ha trovato delle sicure prove che in quei terreni si trovi il Toro di Falaride, il mitico animale in oro massiccio. Per arrivare a impossessarsene, ha bisogno però dell'aiuto della mafia del posto, la quale non esita a sequestrare la giovane figlia del barone per entrare in possesso di una tavoletta di creta sulla quale è scritto dove è sepolto il toro. Sarà Totò Sala, stretto collaboratore della sovrintendente e Margherita Canopia, sostituto procuratore, a liberare la fanciulla e assicurare alla giustizia i malfattori.