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L'ispettore Morse e le morti di Jericho

L'ispettore Morse e le morti di Jericho
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Brossura:
345 Pagine
Editore:
Sellerio Editore Palermo
Pubblicato:
27/03/2013
Isbn o codice id
9788838930201

Descrizione

"Morta, morta, morta. E... Dio mio! Si era impiccata, a quanto dicevano. Una donna affettuosa, attraente, viva... e si era impiccata. Perché? Perché? Perché?". L'irritante, bisbetico ispettore capo Morse ammira le donne ma ha una certa resistenza a concludere. Una sera qualunque, a un ricevimento, incontra una signora bella e disponibile, dotata di uno spirito e di una grazia seducenti. Nonostante l'attentato alla sua testarda solitudine sia molto promettente, un misto di indolenza e di pessimismo porta l'ispettore a non continuare l'avventura. Ma sei mesi dopo, per una di quelle "ironie della vita" (per citare Thomas Hardy, di cui forse si avverte l'influsso in questa storia così amara), Morse, trovandosi per caso nel quartiere di Jericho a nord di Oxford dove la donna abitava, scopre la sua fine desolata. E proprio così, è un suicidio? L'istinto di investigatore di Morse non può appagarsi con tanta superficialità e comincia un'inchiesta che batte a tappeto tutte le persone e tutte le occasioni legate alla fine di Anne Scott: gli amanti, gli alunni, i colleghi del circolo di lettura, le signore del circolo del bridge, i vicini di casa - quelli maligni, quelli amichevoli e quelli solo indifferenti. Registrando, con stupore crescente per il lettore, quante persone qualunque potrebbero avere un buon movente per uccidere una donna così amabile.

La nostra recensione

Cinquant’anni, non certo in forma perfetta, tendenza smodata a frequentare i pub, ma quasi infallibile, seppure un po’ eccentrico, anzi, molto eccentrico. E colto, brillante anche nelle situazioni più torbide, ma solo, irrimediabilmente solo. Si muove tenendosi sempre un po’ ai margini dell’ufficialità, spesso addirittura ai limiti del legale, insomma un ribelle testardo e geniale che i colleghi detestano o sopportano a mala pena. Per questo preferisce agire quasi sempre da solo, tutt’al più con l’aiuto del fido sergente Lewis che lo ammira, non incondizionatamente però, e che spesso ‘corregge’ le cadute di stile e di efficacia del suo capo. Questo il ritratto approssimativo dell’ispettore capo della Thames Valley Police E. Morse (si conosce solo l’iniziale del nome), protagonista dei gialli, classici e molto british, di Colin Dexter. Siamo in presenza di un detective lucido, paziente e dall’apparente tono dimesso, ma capace invece di fulminee intuizioni e ineccepibili ricostruzioni investigative. La struttura dei casi in cui è coinvolto l’ispettore Morse è semplice: il delitto - in questo caso il presunto suicidio di una bella divorziata subito seguito da un inequivocabile omicidio proprio nella casa di fronte -, l’indagine risolutiva, fatta di pochissima azione e interrogatori che non richiamano certo fumosi stanzini con poliziotti bercianti ma piuttosto sottili e raffinate schermaglie dialettiche e, infine, la scoperta del colpevole, inaspettata e accompagnata dall’inevitabile colpo di scena. In questa cornice che certo non rivela grandi sorprese, Dexter inserisce però elementi del tutto particolari che rendono uniche e accattivanti le sue storie. Proprio perché tutto sembra così compassato, a partire dalla stereotipata ambientazione oxfordiana, i lampi d’ingegno e i guizzi di ironia che illuminano l’indagine di Morse finiscono per ottenere un effetto disorientante che giova, e molto, all’intreccio.
Antonio Strepparola