Il mito di Europa, la principessa fenicia rapita da Zeus in sembianza di toro e dal dio trasportata sul mare fino a Creta, è stato interpretato in chiave antropologica, letteraria, artistica, psicoanalitica e religiosa; è stato letto come passaggio da società matrilineari a forme di patriarcato, come movimento di migrazione anche culturale che diffonde l'invenzione dell'alfabeto dall'Asia minore alla Grecia, oltre che come riferimento all'antico costume del matrimonio per ratto. Nel Ventesimo secolo questa narrazione mitica ha assunto nuove configurazioni, rappresentando per alcuni la lotta dell'Europa contro il nazismo, per altri l'emancipazione delle donne europee che non vogliono rinunciare alle antiche forme di potere mentre ne assumono di nuove. Luisa Passerini intreccia con originalità la riflessione in forma di parole alla visione delle immagini che dalla preistoria a oggi hanno rappresentato il mito di Europa. I suoi molteplici significati permettono all'Autrice di elaborare una prospettiva aperta verso rinnovate forme di identità europea, che facciano tesoro della ricchezza simbolica presente nel mito di Europa e del toro attraverso quasi tre millenni di storia. L'eredità culturale del continente europeo - oggi protagonista di un processo di unificazione senza precedenti, e contemporaneamente attraversato da nuove contraddizioni e potenzialità - viene così rivisitata in chiave critica, per superarne i caratteri di eurocentrismo, con le sue gerarchie ed esclusioni, e muoversi nella direzione del multiculturalismo e delle fertili connessioni tra le culture.