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Il riposo dell'amato. Una metafisica per l'uomo nell'epoca del mercato come fine unico

Il riposo dell'amato. Una metafisica per l'uomo nell'epoca del mercato come fine unico
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Brossura:
262 Pagine
Editore:
Jaca Book
Pubblicato:
01/01/2005
Isbn o codice id
9788816406643

Descrizione

Il percorso che Jean Soldini ci invita a fare prende le mosse da una frase di Péguy: "quasi certamente, negare il cielo non è pericoloso. È un'eresia senza avvenire. È così evidentemente grossolano. Negare la terra, invece, è allettante. Prima di tutto è distinto. Ed è questo il peggio. È dunque questa l'eresia pericolosa, l'eresia con un avvenire". Il pensiero, confrontato dal '500 con un rapporto via via più problematico con la realtà, si è preoccupato di salvaguardare la propria sovranità. Ha sacrificato l'anello più debole, cioè l'impatto col corpo sensibile delle cose. Alla capitolazione della terra, della trascendenza orizzontale, è seguita facilmente l'espulsione della trascendenza verticale a essa intimamente unita nel Cristianesimo. In questo quadro il 'mercato' ha potuto diventare il principale produttore di realtà, in grado di fare dell'esistente "volgare" una realtà più vera. La realtà per eccellenza. Esso ha poi cessato di essere un mezzo, rispetto a fini diversi, per diventare il 'fine unico'. Dichiarare che l'uomo non deve essere perso di vista come fine è sacrosanto. Nondimeno, senza una lucida e disincantata consapevolezza del quadro culturale globale nel quale ci muoviamo, è facile cadere nella formula retorica. Non serve, neppure, acconsentire a una demonizzazione del mercato schiava delle mosse di quest'ultimo, soddisfatta dell'etica del relativismo dogmatico da esso imposto. Il problema centrale è rilegittimare la terra, recuperando, esaltando l'impatto col corpo sensibile dell'esistente, senza tornare a una relazione premoderna tra pensiero e realtà. La metafisica ha, in quest'ottica, 'un ruolo da giocare nel nostro futuro', sempre che non si arroghi la facoltà di giungere a qualcosa di perfettamente saputo, a una spiegazione esaustiva di tutto il reale, sempre che rinunci a essere parola definitiva e autoritaria sulle cose, pur rifiutandosi di espellere il problema del 'definitivo'. La metafisica può aiutarci a far sì che non si chiudano, una volta per tutte, quegli alveoli in cui l'uomo riesce ancora a non essere scacciato dal consumatore, in cui riesce ancora a confrontarsi con quell'ostacolo, con quell'"ingombro" che è l'essere. La ragione deve tuttavia rinunciare a essere altezzosamente insonne e quindi, alla fine, sonnecchiante nella sua stanchezza. Deve saper insinuare il riposo nella veglia. Un riposo creaturale, il riposo dell'amato. L'amato in cui esiste una domanda di salvezza che, prima d'essere desiderio d'immortalità, è consapevole attaccamento alla propria vita come aspirazione a una vita piena, integralmente salva nel suo divenire istante dopo istante, preservata dal non senso, dal male, dal vuoto dentro e fuori di sé.